Il lato oscuro della Festa di Sant’Agata

Il lato oscuro della Festa di Sant’Agata

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Per la città di Catania la festa di Sant’Agata è un’importante evento, che anno dopo anno, affascina e sbalordisce, per come la Santa riesce a mobilitare la città etnea, riuscendo a far diventare l’evento di febbraio, una delle tre feste religiose più importanti al mondo per importanza e numero di Devoti.

Ma ai valori che la Santa Patrona di Catania dovrebbe portare, negli anni la festa in suo onore ha fatto molto discutere per gli avvenimenti che si sono avvicendati, che di religioso, ovviamente, non hanno nulla a che fare.

Per la prima volta, in secoli di storia, soltanto nel 2005 si è affrontata ufficialmente la problematica della mafia. Infatti, a fronte di un’inchiesta della Procura di Catania, si è riusciti a far scoperchiare tutti gli introiti e il malaffare legati alla festa di Sant’Agata che la criminalità organizzata, fin dal 1999 speculava nei giorni di Febbraio, riuscendo ad inserire i loro esponenti nelle cariche più importanti legati all’organizzazione. Si riusciva così a prendere il controllo di tutti gli aspetti della Festa: così facendo si avevano pieni poteri sulle tempistiche della Vara (soste, tempi, luoghi, fuochi d’artificio, orari di entrata e uscita della Santa), il posizionamento di chi e dove mettere le bancarelle, chi e quanto dovevano precepire i portatori delle candelore e il pieno controllo del racket delle scommesse clandestine su tempi e percorso della Santa. Pieno controllo, che oltre agli introiti economici, rappresentava un prestigio e accrescimento del potere della famiglia nei confronti di tutta la comunità catanese, durante l’evento più importante e prestigioso della comunità. A confermare ciò, basta vedere la tessera numero 1 del Circolo di Sant’Agata dell’epoca, nominata e posseduta da Antonino Santapaola, nipote del più tristemente celebre Nitto.

Ma se queste vicende sono legate ad inchieste della Procura di Catania risalenti al 2005, la festa di Sant’Agata ha fatto parlare nuovamente di se durante la sua ultima uscita, complice i social network che hanno diffuso l’accaduto, rendendolo virale.

Fonte del video: MeridioNews

Nella mattina del 6 febbario infatti, la vara non ha effettuato la tradizionale salita di San Giuliano. Una decisione del capovara Mons.Barbaro Scionti per motivi di sicurezza, data la presenza di molte persone a tirare la Santa che, durante momenti di tensione, non volevano mettersi da parte e alleggerire le corde, probabilmente per non far saltare il giro di scommesse illegali relative alle tempistiche della Santa.

“Cari delinquenti, siete soli e isolati”, con queste parole il capovara ha modificato il percorso e staccato le corde dalla Statua, mantenendo la fermezza e la professionalità, nonostante le pressioni e le minacce che gli venivano rivolti in quei momenti, che hanno costretto la Procura di Catania a mettere a disposizione la scorta per Mons. Barbaro Scionti e il parroco della Cattedrale Claudio Consoli, oltre a far partire un’indagine per le scommesse durante la processione di Sant’Agata.

Redazione RCI Nebrodi

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